Di ciò che non si deve e non si può dire, sapere, informare, contestare, divulgare

Esistono certe persone e certi fatti che non vanno rivelati. O meglio: la diffusione di notizie su tali persone e fatti non deve oltrepassare un certo limite.
È una caratteristica marcia della società umana. Non importa di che livello sociale o di potere stiamo parlando. È orizzontale, taglia qualsiasi tipo di relazione interpersonale, sia tra semplici amici/conoscenti, sia tra un leader e il suo seguito di pecore.
Ad un certo punto una persona (o un gruppo di persone) che ne ha la facoltà, decide di oscurare un parte della verità, o di non comunicare una parte dei fatti, o di sostituirne una fetta con una apparentemente più buona o digeribile.
Ovviamente chi esegue questo tipo di manovra lo fa per vantaggi esclusivamente personali o per favorire individui che a loro volta ricambieranno la cortesia. O almeno questa è la maligna speranza di chi agisce.

Ebbene, quando una vicenda del genere si limita a coinvolgere poche persone, il danno globale è minimo. Se però il coinvolgimento è più ampio e si parla di migliaia o decine di migliaia di persone o più, diciamo disinformate, il danno molto probabilmente è enorme rispetto ad una certa prospettiva di lealtà reciproca.

Questo succede tutti i giorni, migliaia di volte al giorno. A partire da chi al mercato ci vende una mela “bacata” per una buona, a chi ci mente sul tipo di carta usata per fabbricare il suo libro, da chi nasconde certe situazioni per restare sul trono il più a lungo possibile, a chi pensa di farla franca occultando alcune informazioni.

Farla franca – Compiere un’azione illecita o riprovevole senza essere sorpresi.

Quindi se l’evento che dovrebbe restare nascosto (secondo le logiche del/gli attore/i) si rivela o viene rivelato, volutamente o no, l’immagine del protagonista viene danneggiata, la sua reputazione corrotta, il suo potere diminuito, a favore di altri individui. Com’è naturale che sia.

Quando ad incrinarsi è qualcosa come una CHIESA, un GOVERNO, un membro della CLASSE DIRIGENZIALE, una SOCIETÀ PER AZIONI, allora non solo la parte in causa farà di tutto per negare o giustificare il proprio comportamento anche appellandosi in modo assurdo alla difesa di fantomatici diritti naturali, ma chiamerà in suo aiuto tutta una macchina e una rete di “finta” solidarietà. Questo processo di soccorso può avvenire anche alla luce del giorno ma quello che è certo è che sotto banco si compiono tutta un serie di azioni che cercano di limitare i danni, di contenere le fuoriuscite e di impedire che ciò possa accadere di nuovo in futuro. Azioni anche gravi, dalla corruzione di testimoni e magistrati, all’omicidio.

Del clero pedofilo, di Dio e de La Molleindustria

Sono migliaia di anni che l’uomo si approfitta dei/lle bambini/e. Non ci so’ cazzi e mazzi che tengano, un uomo stupido e insoddisfatto se la rifà con qualcuno a lui più debole. Per questo è stata fatta una legge contro la pedofilia (+o- cit. D.Luttazzi).
La pedofilia: una cosa sempre esistita, una cosa abbominevole di cui una persona sana di mente (esistono?) ha ribrezzo, credo. Ma nonostante siano state scritte norme e leggi, nonostante sia una cosa condannata esplicitamente dai più, ancora esiste ed è un problema attuale.
Ovviamente i preti e sacerdoti, cattolici e non, non sono fisiologicamente diversi dal resto degli uomini. Hanno gli stessi bisogni fondamentali (mangiare, dormire, eiaculare) e il diritto di soddisfarli. Quando un curato non può conoscere una donna (per vari motivi) ma ne ha il desiderio, c’è il rischio che se la faccia con i bambini. Per questo dovrebbe poter fare all’amore, anche lui come tutti, senza che ricorra ad azioni raccapriccianti.

Io non sono stato battezzato, né ho fatto la comunione né la cresima. Quindi credo che non mi sposerò, se mai dovessi uscire pazzo, in Chiesa. Non conosco personalmente nessun prete. Diciamo che non ho molto in comune con la Chiesa e la conosco poco nei suoi meccanismi e nelle sue cerimonie. Non conosco le parole delle preghiere se non le prime per sentito dire.
Se credo? Non nel Dio della Chiesa Cristiana o di qualche altra religione a me conosciuta. Diciamo che vado in chiesa per osservare gli affreschi e l’architettura. E non mi scandalizzo se sento una bestemmia, al massimo sono un po’ contrariato se è presente qualcuno che so che è credente. In definitiva credo che bestemmiare sia fare satira sugli Dei. La cosa diversa è che la maggior parte delle volte non fa ridere (se non per mascherare imbarazzo) e chi lo fa è decisamente incazzato. E gli Dei invece si sbellicano.

La Molleindustria sarà probabilmente ma ingiustamente punita per aver messo in evidenza, con un piccolo videogioco in flash, la situazione ChiesaCattolica-PretiPedofili.
Insieme al resto delle mosse della SRC, questa, se andrà in porto, credo potrà essere chiamata tranquillamente “Nascondere il vero, attraverso meccanismi di censura consentiti dal Parlamento Italiano”.
La cosa macabra è che per fare ciò, si appella alla lotta alla pedofilia e alla legge medesima (il videogioco ritrae grottescamente sacerdoti che stuprano bambini indifesi) ignorando completamente gli intenti de La Molleindustria che erano appunto la messa in evidenza dello scandalo attraverso dei pixel colorati.
Il gioco intanto circola libero in rete (basta un breve ricerca).

C’è da essere ottimisti sul destino del mondo, ah?