Riflessioni su Rom, rumeni e situazione critica

Invito a leggere questo articolo di Valerio Evangelisti su Carmilla on line ®:

Editoriale

Inoltre qui sotto potete leggere una mail dalla lista Giap del collettivo WuMing, sempre sull’argomento:

Da: wu_ming@wumingfoundation.com  (Wu Ming)
A: destinatari-ignoti:;
Data: Oggi 13:56:03

Invitiamo tutti quanti a leggere e diffondere l’editoriale di Valerio
Evangelisti pubblicato oggi su Carmilla:
http://www.carmillaonline.com/archives/2007/11/002437.html

Intanto diciamo due parole anche noi.

Atmosfera da pogrom. Nel 1997 accadde qualcosa di molto simile con gli
Albanesi – se non peggio, perché in quel caso non c’era nemmeno un
omicidio con stupro a fare da detonatore, soltanto disperati che
fuggivano in massa da un futuro di merda.

Siamo andati a ripescare gli articoli di allora: governo Prodi, Veltroni
vicepremier, fiumi di inchiostro sul popolo di sinistra che si scopre
razzista e tutto sommato non diverso dall’elettorato della Lega Nord, un
decreto xenofobo varato su pressione del centrodestra e condannato dalla
comunità internazionale (in quel caso la possibilità, per la nostra
Marina, di bloccare navi albanesi anche fuori dalle acque territoriali
italiane), infine una strage (terribile, più di cento albanesi morti
annegati nel canale d’Otranto, quasi certamente speronati da una nave
italiana, caso immediatamente insabbiato e rimosso dalla coscienza
collettiva).

***

La sovrapposizione totale tra Rom e cittadini della Romania è un
processo di “identificazione” che lascerebbe attoniti, se qualcosa fosse
ancora in grado di attonarci.

I Rom non sono tutti rumeni e non tutti i cittadini rumeni sono Rom. I
Rom in Romania sono il 2,46% della popolazione. Il nome “Romania” deriva
dalla storia delle conquiste imperiali romane, mentre il termine “rom”
nella lingua romané (lingua di ceppo indo-ariano) significa “uomo”,
anzi, più precisamente significa “marito” (e “romni” significa
“moglie”). Esistono individui di etnia Rom in quasi tutti i paesi
dell’Europa sud-orientale, e molti vivono anche in altri continenti.

L’identificazione surrettizia tra etnia e cittadinanza (oramai accettata
anche “a sinistra”) emana sempre un fetore nazista: gli ebrei non
potevano essere tedeschi, polacchi, russi, italiani… erano ebrei e
basta, quindi “allogeni”, e il corpo sociale andava depurato da quella
tossina. E una nazione che tollera un gran numero di allogeni non può
che essere allogena essa stessa.

Peccato che in Romania gli unici veri “allogeni” siano i padroni
italiani che hanno chiuso baracca e burattini in Italia per andar là a
sfruttare una manodopera sottopagata e priva di diritti. Categoria di
cui si è fatto rappresentante, poche settimane fa, il demagogo Beppe Grillo.

***

Sulla base di cosa, poi? Del fatto che i Rom/rumeni sono delinquenti,
stupratori, assassini che hanno valicato i “sacri confini” della Patria
e oggi seminano il terrore.

Peccato che stupro e ginocidio (= assassinio di donne) siano una
specialità molto italiana. Secondo dati ISTAT del 2005, nel 20,2% dei
casi denunciati (che a loro volta sono solo il 43% dei casi segnalati)
lo stupratore è il marito della vittima; nel 23,8% il colpevole è un
amico; nel 17,4% è il fidanzato; nel 12,3% è un conoscente. Soltanto nel
3,5% dei casi il colpevole è un estraneo.

Lo ripetiamo perché suona vagamente importante: soltanto nel 3,5% dei
casi denunciati il colpevole di stupro è un estraneo.

E secondo il Soccorso Violenze Sessuali della Clinica Mangiagalli di
Milano, il 50% delle vittime di stupri che avvengono in strada sono
donne straniere.

Ma ovviamente fa notizia soltanto il caso (terribile ma sporadico) della
donna italiana aggredita dallo straniero, dal barbaro, dall’allogeno.

Quanto agli omicidi, poco tempo fa il Procuratore di Verona Guido
Papalia ha dichiarato: “Oramai uccide più la famiglia che la mafia.”

In Italia i carnefici delle donne sono sei volte su dieci italiani,
italianissimi, e agiscono tra le mura domestiche, con armi da fuoco o
coltelli da cucina, strangolando o picchiando a sangue, appiccando il
fuoco o annegando nella vasca da bagno.
La media italiana è di 100 uxoricidi all’anno.

Però il problema sono i rumeni.

Che razza di paese è quello dove il Palazzo e la Piazza si
scontrano/incontrano/aizzano a vicenda sulla base della stessa condivisa
ignoranza, senza pudore, senza rispetto, obnubilati da un razzismo e
provincialismo ottuso, che fa sembrare Peppone e Don Camillo due
illuminati cosmopoliti?

E’ l’Italia. Non c’è modo di definirlo. Questo posto è unico al mondo e
non regge paragoni, fa categoria a sé, ogni aggettivo è inadatto,
superato dalla notizia di domani.

E nel frattempo?
Aspettiamo la strage?
Va bene, purché sia /Democratica/.

——————

“Un topo, credendo che la nave stesse per fare naufragio, si tuffò in
mare. Ma la nave non affondava. Il topo la inseguì a nuoto, protestando,
e già pensava di fondare un partito nuovo, ma un pescecane lo inghiottì.”
(Gianni Rodari)

2 responses to “Riflessioni su Rom, rumeni e situazione critica”

  1. DoomS

    Secondo me buoni e cattivi, belli e brutti, andrebbero rimandati nel loro paese,anzi,costringerei i buoni a dare la caccia ai cattivi, altrimenti ci andrebbero di mezzo anche loro.
    Io sono razzista.

    //K

  2. packz

    Spera che non ti rimandino al tuo di paese….