Riproduzione di una fotografia tramite Blender
Mi stupisco da solo delle volte.
Un giorno un amico di chat mi fa vedere questa fotografia dalla galleria di 3D Italia:
e mi dice che sta tentando di riprodurla col suo programma di grafica 3D. Quindi mi invita a provarci con Blender…
Io l’ho presa come un specie di prova, ma dandogli poco peso, alla «ma sì, dai perché no, ci provo, chissà che mi viene fuori…»
Insomma dopo 4 giorni (le ore non le saprei ricontare), ottengo un risultato che per me è ottimo, per altri più esperti magari sarà mediocre. Certe cose mi sono venute al primo colpo, quasi per una coincidenza astrale… non credo di saper riprodurre un’altra volta in così poco tempo una cosa paragonabile. Boh:
Sono ben 143302 facce in totale… Secondo me sono un po’ tantine…
Tutto questo con il motore interno. Bah, non so voi, ma a me piace troppo :D
PS: Se qualcuno è interessato al .blend (questo o un altro) basta chiedere.
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Big Brother Award Italia 2007
Per chi, come me, si fosse sintonizzato solo adesso con il mondo, segnalo questo interessantissimo progettazzo a cura di Progetto Winston Smith e Privacy International. Scade il 30 aprile.
Auguri e figli grandi fratelli, non si sa mai.
Colori sì, colori no… e fatte ‘sta pippaaa…
Con grande gioia sono riuscito a far risultare bene il vetro anche con il motore interno. Mi è bastato eliminare la trasparenza del piedistallo dei bicchieri. Non avevo assolutamente voglia di ricominciare tutta l’illuminazione con Yafray. No no.
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Ambient Occlusion: Dimenticami.
Con la modellazione della stanza sono arrivato a questo punto:
Vedete quell’obrobrio nero sotto i bicchieri? Esatto è colpa dell’AO. Quindi credo sia impossibile eliminarlo.
Decido quindi di passare dal motore di rendering interno a Yafray:
che, da come si evince dal rendering, è un casino per le impostazione della luce e dell’illuminazione in generale. Però almeno il vetro dei bicchieri si vede bene… peccato che si veda di cacca tutto il resto anche avendo messo qualità tutta al massimo o quasi.
Non vedo prorpio l’ora che esca la prossima versione di Yafray. Uh.
Ennesimo® test su fotoni e GI
Freenet: parliamone.
Un giorno qualche hacker si è messo ad osservare l’internet moderna e ha pensato: «No, non mi piace. Non mi sento tutelato. Mi spiano, e non mi piace. Cosa gliene frega a loro che cosa faccio, come mi vesto, che siti visito? Adesso ci pensiamo noi ad offrire un’alternativa.»
E l’hanno fatto. Chi più chi meno, c’è chi ha avuto più successo di altri. L’hanno fatto.
Hanno creato qualche alternativa.
Netsukuku: Circa un anno fa ho cominciato a sentir nominare un progetto italiano sviluppato dal FreakNet Medialab di Catania. Il progetto si chiama Netsukuku ed è stato ideato per creare un network decentralizzato, anonimo, anarchico, separato da internet e indipendente da esso come dai server, dagli ISP e dal controllo delle autorità. Praticamente si basa sulla teoria del p2p.
Netsukuku è in lenta lavorazione. Sul sito ci sono tutte le informazioni necessarie, anche per provare ad usarlo.
Freenet: A mia prima vista, Freenet sembra più maturo di Netsukuku, anche come facilità d’installazione e d’uso. Da poco esperto quale sono, credo di poter dire che anche Freenet si basa sulla teoria del p2p decentralizzato.
Sul sito del progetto c’è tutto il necessario per usarlo:
Perchè si possa installare (e usare?) c’è bisogno dell’ambiente Java. Personalmente ho installato Java 1.6 della Sun e ha funzionato tutto bene. Una volta installato, Freenet parte automaticamente, non dobbiamo fare altro che recarci col nostro browser alla pagina http://127.0.0.1:8888/ (se non abbiamo cambiato nulla durante la procedura d’installazione). Qui si aprirà la pagina si configurazione di Freenet, tutto molto intuitivo.
La prima cosa che dobbiamo fare SUBITO è cambiare il nome del nostro nodo: andiamo nella sezione Configuration oppure arriviamoci da http://127.0.0.1:8888/config/, e verso il basso troviamo Nickname for this Freenet node. Cambiamolo con un nome di fantasia.
Il passo successivo è quello di forwardare, se siamo nattati, dietro un router o firewall di sorta, la porta 39363/udp. E di inserire il nostro IP pubblico nel riquadro IP address override nella sezione Configuration (solo se siamo dietro firewall).
Perchè Freenet funzioni c’è bisogno di essere connessi ad altri nodi (persone che usino Freenet a loro volta). Quindi dobbiamo aggiungere i Reference di queste persone fidate nella configurazione di Freenet: nella sezione Friends o all’indirizzo
http://127.0.0.1:8888/darknet/. Loro devono fare lo stesso.
Il modo più semplice, veloce e preciso per fare questo è quello di attivare il RefBot.
Prima di tutto dobbiamo segnarci l’indirizzo del nostro Reference:
- Nella sezione Friends copiamo negli appunti il testo del nostro Reference nel penultimo riquadro in basso
- Andiamo su Bulix.org Pastebin
- Incolliamo il nostro Reference e attiviamo la casella private, che se no va a farsi benedire tutta la privacy.
- Inviamo
- Copiamo negli appunti il link della pagina che ci apparirà
Il RefBot si connetterà via IRC al canale #freenet-refs di irc.freenode.net per ottenere i Reference: per far sì che funzioni, il nickname del RefBot deve essere registrato. Quindi prima di attivare il RefBot:
- Andiamo, ad esempio con XChat, su irc.freenode.net
- Cambiamo il nostro nick con quello del bot (ad esempio «ciccio-bot») ATTENZIONE: l’estensione -bot è obbligatoria e il nick (senza contare -bot) non deve superare i 12 caratteri.
- Digitiamo:
/msg nickserv register [password] - Segnamoci nick e password, non si sa mai ;D
Fatto questo, seguiamo queste istruzioni per attivare il RefBot. Durante la configurazione ci verranno poste delle domande, io ho lasciato la risposta predefinita. Quando ci verrà chiesto il nome del bot, immettiamo quello scelto in IRC su Freenode senza l’estensione -bot e la password.
Quando ci viene chiesto l’indirizzo del nostro Reference immetiamo il link della pagina sudark-code.bulix.org che abbiamo salvato negli appunti seguito da ?raw senza spazi. Ad esempio se il link salvato è http://dark-code.bulix.org/qic9sn-34623 la riga che dobbiamo inserire sarà: http://dark-code.bulix.org/qic9sn-34623?raw
Il RefBot si connetterà e scambierà con gli altri (altri RefBot o umani) i Reference aggiungendoli automaticamente alla configurazione di Freenet. Ad ogni esecuzione il RefBot scambia 10 Reference poi si disconnette.
Perchè Freenet funzioni correttamente le connessioni attive devono variare da un minimo di 3 ad un massimo di 20.
Per far partire Freenet (se per caso fosse necessario, dopo un riavvio del pc ad esempio), rechiamoci da shell nella directory di installazione e poi: ./run.sh start
Per fermarlo: ./run.sh stop (ci vogliono alcuni secondi).
Per farlo riavviare: ./run.sh restart
E i siti dove stanno? Tranquilli nella Home della configurazione di Freenet ci sono due link di indici pieni di siti. :F
Felice navigazione libera!
Ambient Occlusion Test
Sto cercando imparare ad usare meglio l’ambient occlusion di blender. Dopo la stanza giapponese, posto un rendering appena sfornato, il modello tridimensionale questa volta è mio:
Non riesco a capire che diavolo di doppio riflesso c’è nel vetro della finestra… Bah, misteri…
GNU/Linux vs Utente, capitolo 3
Continua con grande sorpresa, a grande richiesta l’avventura di Utente che si avvicina al mondo di GNU/Linux.
Ed è con immensi giubilo e gaudio che vi annuncio quanto segue:
Il computer di Utente era ancora in garanzia. Sono stati sostituiti RAM e disco fisso. Quindi gli esperimenti psicologici di Me Stesso Me potranno continuare al più presto.
Japanese room
Questi sono due rendering che ho fatto in queste ore. Il modello tridimensionale .obj non è mio ma di un tutorial che si trova su Treddi.com:
Per chi si chiedesse cosa voglia dire la scritta sul muro: si legge wu ming, significa “senza nome, anonimo” e non è in giapponese ma in cinese, mandarino se non sbaglio, è però l’unica cosa che so :D
Ah già, il simbolo wu ming è il logo della Wu Ming Foundation.