Porre l’estremità non accesa nell’apposito pertugio, aspirare non troppo profondamente. Svuotare i polmoni in modo lento e rilassato. Ripetere per 2-3 volte. Compiacersi all’effetto calmante e distensivo.
Fantatraumi
Allegria!
[08 Apr 2007] Debian GNU/Linux 4.0 released
Viva l’ignoranza!
Grazie ad un qualche sconosciuto che abita nel mio palazzo e che non conosce le regole di base del WiFi:
io posso scrivere e pubblicare questo post inutile.
Sembrava una giornata perfetta
“Questo io non te lo so dire, devi chiederlo ai miei creatori” risponde Etch.
GNU/Linux vs Utente, capitolo 2: Morte e Disperazione.
Aaaaaaaaaaaaaaaa aaaaaahhhhhhhhhhhhhh hhhhhhhhhhh!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
AAAaaAaaaaaa AAAaAAahhhhhhhHHHHhhhHhh!!!! !!!!!!!!!!AhHHhAAAAaaaa!!!
Oscurità Morte Decomposizione Abbandono Disperazione Tormento Prostrazione Abbattimento Demoralizzazione Depressione Avvilimento Scoraggiamento Angoscia Dolore Disgrazia Paura Disgregazione Putrefazione Disfacimento Distruzione Trapasso Rovina
SCONFORTO
Utente e Me Stesso Me hanno deciso, dopo aver osservato una serie di errori random, warning, segmentation fault casuali, illegal error incomprensibili di Debian, che non è Windows o Linux ad avere problemi con il portatile di Utente ma è lo stesso laptop ad avere problemi con se stesso e con il prorprio Io.
Me Stesso Me dopo una attenta e pacata discussione con
Utente, per riuscire a capire e comprendere le cause e le possibili soluzioni, scopre che Utente ha la strana e stravagante abitudine di tenere il portatile, che come dio ha deciso ha la ventola sotto, acceso sulla trapunta di cammello e muflone. Ma porca cagna.
|me-stesso-me|: “Ma da quanto tempo ce l’hai il portatile? Un anno avevi detto, vero?”
|utente|: “Sì, un anno…”
|me-stesso-me|: “E di solito lo tieni sul letto, acceso?”
|utente|: “Eh, beh, boh, sì di solito sì, mi trovo più comodo sul letto che alla scrivania…”
|me-stesso-me|: “… Beh dai è una cosa da non fare… si potrebbe surriscaldare…”
|utente|: “Sì in effetti poi la coperta sotto era bollente…”
|me-stesso-me|: “…”
Ora. Io no so dire se il problema è veramente del portatile che magari si è surriscaldato troppo e quindi rovinato. Forse il problema è del portatile, ma forse non deriva da un danneggiamento dell’hardware. Forse nè Windows nè Linux sono adatti. Forse io mi sono rincoglionito completamente o non ho le capacità necessarie.
Sta di fatto che la garanzia è scaduta da poco più di un mese e io non ho più voglia.
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GNU/Linux vs Utente, capitolo 1
Ho deciso di tenere una specie di diario sull’esperienza di un mio amico che ha e che avrà con GNU/Linux. Naturalmente è tutta colpa mia.
Quelli che seguono e seguiranno sono fatti realmente e totalmente accaduti.
Lì scrivo qui solo per farmi bello con chi legge, perchè io sono un bravo ragazzo ma la gente non mi comprende.
Proemio
|utente|: “Senti, abbiamo visto che Windows non vuole saperne di funzionare proprio, se provassimo a mettere questo Linux che hai usato per salvarmi i file?”
|me-stesso-me|: “Se vuoi provare… ma ti avverto: non potrai giocarci su ai giochi che usi ora… e ci sarà da spippolarci un po’ per renderlo funzionante…”
|utente|: “Guarda, tanto Windows non va, hai visto i problemi cha ha, no? Quindi se ti va di perder un po’ di tempo con questo computer maledetto… Semmai mi metti quello che hai tu… Se hai tempo naturalmente…”
|me-stesso-me|: “Tempo ne ho non ti preoccupare, e poi mi diverto a provare nuove configurazioni su hardware diverso… ma ti ripeto non sono un genio io, magari ci mettiamo una settimana a montarlo su… ma se vuoi provare, facciamolo.”
|utente|: “Sì dai, tanto i dati li abbiamo salvati tutti.”
|me-stesso-me|: “Ora, per capire cosa installare, dovrei spiegarti un po’: in pratica esistono un sacco di distribuzioni Linux: Debian, che ho io, Ubuntu e Kubuntu, Fedora, Suse, Knoppix, Gentoo, e tantissime altre…”
|utente|: “Ma mettimi quello che hai tu.”
|me-stesso-me|: “Aspe’… Ecco tutte queste distribuzioni sono sistemi operativi diversi l’uno dall’altro, può cambiare il sistema di installazione, la gestione del software e tante altre cose… il sistema che gestisce la parte grafica… Per un certo verso però sono molto simili tra loro, ad esempio la base del sistema, il nocciolo, che si chiama kernel, è comune a tutte quasi tutte le distribuzioni, magari cambia la versione. Io ti consiglio Kubuntu, che è molto simile a quello che ho io, ma un po’ più facile da usare.”
|utente|: “In che senso più facile da usare?”
|me-stesso-me|: “Ah beh, una volta configurate, tutte le distribuizioni sono facili da usare… diciamo che Kubuntu e Ubuntu… e Xubuntu, sono molto facili da configurare, ad esempio riconoscono bene, a quanto ne so, anche hardware un po’ strano o raro.”
|utente|: “Allora mettimi questo kubunt se dici che è più facile…”
Installazione
Portatile HP Pavillon.
Il CD di Kubuntu 6.10 Edgy Live, scaricato la notte prima, parte ma non arriva a destinazione, cioè non parte X, cioè X parte ma crasha subito dopo con una serie di errori mai visti.
Un CD di una Ubuntu Edgy Beta, recuperato da un angolo polveroso, ha lo stesso comportamento, quasi direi: *ovviamente*.
Knoppix 5.1.1 si carica senza nessun tipo di problema.
Ripiego su Debian testing: una daily build del 2 febbraio 2007. L’installazione fila tutta liscia. Cosicchè ci ritroviamo alla shell con un sistema minimale, cioè senza Xserver. Bene.
Lo vogliamo installare questo server grafico? Installiamolo. Finito di scaricare, installato e configurato il mondo dei Kde-cosi, il server X parte ma è mal configurato, nel senso che non mi importa cosa ci sia scritto in xorg.conf, io do un bel dpkg-reconfigure xserver-xorg. È sempre utile fare i finti ingenui, si imparano a risolvere gli eventuali problemi.
Ed… eccallà! X non parte. Per due motivi: non trova il modulo per il DRI e gli serve, a quanto pare su certi forum, una modifica nel BIOS che faccia riconoscere meglio la scheda video. Installiamo il modulino per il DRI e 915resolution. Già che ci siamo installiamo ALSA, Synaptic, Apt-file, altre poche cose e aggiorniamo il kernel al 2.6.18-4 .
Ore 00:30 circa.
|utente|: “Oh, dai, semmai ci rivediamo domani, così mi insegni un po’ come si usa…”
|me-stesso-me|: “Sì ok, così ti faccio vedere un po’ anche come si installano nuovi programmi.”
Software libero in libero pensiero: un uomo, una filosofia. vRMS.
Tutte le persone con un minimo di coscienza e interesse (che non sia economico) in materia possono convenire che il software libero ha indubbi vantaggi sul software proprietario.
La persona, che per alcuni è un eroe, un messia del persiero libero, è Richard M. Stallman, fricchettone informatico americano.
Uno degli insegnamenti di Stallman dice che una delle cose più dannose per il software libero, è mischiarlo con il software prorpietario su uno stesso computer. Bene.
L’altra notte, colto da un’insolita insonnia, mi sono messo a pensare su questo concetto. E mi son detto: ”Cavolo, Debian, una delle distribuzioni libere per eccellenza, avrà ben uno strumento che ti permette di sapere se e in che misura è presente software non-free sulla tua macchina, eh.”
Ebbene, esiste. Si chiama ”virtual Richard M. Stallman”, vrms. (grazie peppe). Avviandolo da terminale, darà la lista del software non-free installato nel sistema, la ragione del perchè non piace a Stallman e la sua percentuale sui pacchetti totali.
Il mio output:
$ vrms
Non-free packages installed on freccia
rar
skype
sun-java5-bin
sun-java5-demo
sun-java5-fonts
sun-java5-jdk
sun-java5-jre
sun-java5-source
unrar
Reason: Modifications problematic
9 non-free packages, 0.6% of 1547 installed packages.
OMG, ho ancora Skype installato… Aspe’ che rimedio subito.
PS: La cosa brutta ma ovvia, è che non tiene conto di roba installata con metodi alternativi, quindi con pacchetti o eseguibili non .deb
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Liberate la TV digitale!
Noi ve lo avevamo detto… (titolo assolutamente senza senso, dirle non significa risolverle)
Noi ve lo avevamo detto ( «« link ), ve lo avevamo spiegato. Quel sistema non funziona, non potrà mai funzionare. Ma voi vi siete tappati le orecchie. E adesso vi lamentate che ci sono 3 (tre) computer non funzionanti (rotti) che sono costati una barca di soldi. 3 (tre) schermi Acer 17 (diciassette) pollici bruciati, 2 (due) hdd non funzionanti (rotti), 1 (uno) banco di memoria da 256 (duecentocinquantasei) MB mancante (sparito). E vi è andata di lusso. Vi è andata di lusso.
Ma adesso, dopo mesi, vi è venuta una nuova, strabiliante, innovativa idea. Ne avete messo un quarto, con lo stesso identico cattivo sistema del cazzo che non funziona, che non funzionerà, che ci farà incazzare. Un quarto pc pubblico, un quarto sventurato, che si sorbisce i ghigni degli altri tre ancora sopra le mensole dove li abbiamo messi noi, uno alla volta, man mano che si fulminavano. Un quarto pc pubblico che si stroncherà al primo stacco di corrente.
Ma forse tutto questo è senza senso, come il suo titolo. E siete voi ad avere ragione, forse voi qualcosa ci guadagnate, o forse qualcosa lo fate guadagnare all’azienda riparatrice di computer. Come il vostro dio vuole. Beh, andate amichevolmente a Fanculo, su.