Grassa e unta.

Sono in appartamento con due persone che vengono dalla Cina.
Io ho una certa affinità con la cucina e i suoi strumenti. Mi piace cucinare, per me o pochi altri, quando le persone diventano troppe mi stresso e non mi diverto. Ancora peggio se devo farlo per soldi o per il pane. Ma ci sono anche dei buoni momenti in ciò, dipende da molte cose: con chi lavori, la qualità del servizio, le aspettative del/i boss, i clienti, ecc..
Tornando alla cucina di casa… maremma cane, possibile che questi friggano a tutti i pasti, tutti i giorni, sempre?!
Riso (e fin qui sono d’accordo) e frittume. Non so cosa friggano, sono qui da pochi giorni, ma il diavolo porco, torni a casa e BAM!! Una manata di fritto solido ti devasta l’olfatto e la faccia. E la finestra la trovo sempre aperta, manco puoi dirgli di aprire la finestra, è già aperta, sempre…
Non mi permetto di dirgli di non friggere, ci mancherebbe. Ognuno si uccide come crede.
Magari uno pensa: vabbe’ è solo l’odore, ci si può abituare. Una bella segah.
A parte che non ti ci abitui all’odore.
E poi, non so da quando non puliscano, spero da molti anni, qualsiasi cosa in cucina è ricoperta da una patina di grasso. È quel tipo di grasso giallino, dove è sottile, sul giallone, ocra, dove è più spesso. Appiccica. Odora. È brutto e sembra una cosa male, molto male.
Per non parlare delle pentole.
Meno male che il rimedio c’è. Comprare pentole nuove, qualche accessorio, e poi agire le superfici e le cose che stanno in cucina con qualcosa di potente, tipo l’olio di gomito. Questo non unge.
Poi finalmente potrò cercare di offrire loro un sano, non grasso, che-fa-meno-male pasto. Se ci riuscirò, sarà soddisfazione.