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London
We won’t pay for their crisis
Bellissima giornata oggi a Londra.
Gli inglesi (e non solo) sono scesi in piazza!
Da giovedì 2 aprile inizierà a Londra il cosidetto G20. I 20 Paesi più ricchi del pianeta delineerano il futuro corso dell’economia e della finanza mondiale, senza dare voce alle restanti centinaia di nazioni ed etnie molto più in difficoltà.
Siamo scesi per le strade, non per chiedere di ascoltare anche i Paesi più poveri e sfruttati, ma per dire e gridare che non lo vogliamo proprio questo summit. È proprio sbagliato il concetto, basato sulla potenza economica. E non solo non vogliamo questo summit, non vogliamo neanche gli altri e non vogliamo neppure che questo capitalismo e questo finto libero mercato continuinino ad affamare ed ammalare la gente.
Certamente il summit si svolgerà senza timori. Noi continueremo a dare fiato alle gole e forza ai tamburi.
Che dire…
C’era pure la CGIL!!! Coi canti tipici: Bella ciao!, Bandiera rossa, L’internazionale… /o
Questi simpaticoni della CGIL… ho iniziato il corteo mettendomi di fianco a loro, ad un certo punto una donna mi ha porto una bandiera tipica, è stata troppo dolce, non ho resistito. Non ho resistito per troppo tempo direi.
Ad un certo punto uno di loro a provato ad accennare al “po-po-po-po” da stadio CHE IO ODIO PORCODIO, stavo per strapargli la bandiera di mano e piantargliela nel cuore con un UATAAÀ!!! Ha smesso subito, visto che giustamente nessuno lo ha cagato.
Verso Buckingham Palace li ho lasciati per partire verso la testa del corteo e i quattro cavalieri dell’apocalisse (o qualunque cosa fossero).
Mi sono particolarmente emozionato quando, essendo avanti al corteo, sentivo questa musica dai ritmi più belli dietro di me. E mi giravo e vedevo tutta questa gente ridente…
Un po’ di foto:
(gli sbirri che usavano questa tattica, a me incomprensibile, di rallentare in corteo… boh)
Il tutto è stato molto tranquillo, almeno dai miei occhi. La maggior parte della sbirraglia era pure senza bastone… che non ci prendano più sul serio?! :D
C’è da dire che le Actions degli anarchici e non- sono “programmate” per la manifestazione del 1 aprile.
Peccato io non ci possa essere, mannaggia.
Subvert G20
Homemade PANE
Qualcuno infine lo ammette.
Politici onesti sempre più difficili da scovare.
Parole pubbliche piene di menzogne e falsità.
Qualcuno rimane a dire il vero, ma sono in pochi ad ascoltare.
E tu credi finalmente che questa sia la macabra realtà?
Silenzio indotto
Oggi giravo a distribuire CV e mi soffermo su questo manifesto-poster attaccato alla pensilina del bus.
Il ragazzo emo dice: «I’ll keep my feet off the seat» (“Terrò i piedi giù dal sedile”) E la vecchia: «And I won’t use a seat for my bag» (“Non userò un sedile per la mia borsa”)
A prima vista mi son detto che era un bel messaggio: rispetto per il prossimo, rispetto per i mezzi, pace&amore.
Poi non so, mi ci sono soffermato un po’ di più e devo dire che non mi piace per nulla. Sì, forse tenere i piedi giù dai sedili è buona cosa ma…
Io sono una vecchia coll’artrosi, l’osteoporosi, le vene varicose e i miei cazzi, ho fatto la spesa, ho fatto un chilometro a piedi, c’ho due borse che pesano più di me e non posso appoggiare le mie cose sul sedile accanto a me?!
Oppure sono un ragazzo colla testa piena di MTV, YouTube, FaceBooK e MSN, sono emo, ho voglia di suicidarmi ma non lo faccio perchè la settimana prossima esce il nuovo CD dei Tokyo Hotel che forse mi darà nuovi spunti sulle prospettive del dolore, non ho voglia di fare una mazza, non mi interessa nulla, le ragazze sono stupide e non posso dimostrare il fallimento della società moderna insudiciando il mondo?!
Il problema è un altro secondo me. Se ti comporti fin da subito in modo da “rispettare/non ostacolare/non infastidire” le altre persone, beh va a finire che con le persone ci parli di meno, cominci ad averne paura perché non sai parlarci e non sai approcciarti, parli sempre meno, è un circolo vizioso che ti porta ad estranearti dal resto. Non sei più naturale.
Ho notato questa cosa, ed è pesante:
Ci stanno riuscendo. Salgo su un bus qualsiasi e mai mi capita di vedere gente che attacca bottone, che inizia un discorso di politica, sport, cacca con uno sconosciuto. Le uniche persone che lo fanno sono quelle considerate strane, che sembrano brille, e che forse sono le uniche rimaste con dei sentimenti da condividere. Se le guardi hanno un’espressione sul viso, chi allegra, chi incazzata, chi ironica. Gli altri no, fissi nel vuoto.
Non nego di sentirmi omogeneizzato al resto pure io, infatti boh, mi sento a disagio.
Ti vogliono zitta, apatico, impauriti dal diverso, senza opinioni da condividere, senza prospettive da proporre o da pretendere, calmo, consenziente.
Apppoggia la borsa pesante sul sedile accanto a te, e se c’è spazio, sentiti in diritto di sbracarti!
Chiedi permesso, non grugnire, usa le parole, chiedi il posto della borsa della vecchia, fai spazio a chi non passa, invita i timidi accanto a te.
Parla, condividi, chiedi. E guarda le persone in viso!
Note semplici su concetti arditi
Perché ce ne andiamo dall’Italia?
Perché siamo grigi, egoisti e in fondo non ce ne importa un fico secco.
Perché siamo ormai senza aspettative, non solo per il nostro paese ma per qualsiasi.
Stiamo solo scegliendo quello più comodo, quello meno stretto.
Abbiamo solo bisogno di aria diversa con cui divertire vecchi polmoni.
Ma non sappiamo dove andare.
Anche se abbiamo le gambe per spostarci, è il culo che impartisce ordini: vuole la sedia comoda.
Per questo scegliamo grandi città. Lì è già tutto pronto, già tutto costruito, già tutto funzionante e solido, collegato, pensato. Gli sforzi mentali sono limitati.
Disposti ad accettare tristi compromessi, ci trasferiamo, convinti che il nostro nuovo inizio sia la rivoluzione che stavamo cercando.
Dimenticando che il vero cambiamento nasce in luoghi conosciuti.
Grassa e unta.
Sono in appartamento con due persone che vengono dalla Cina.
Io ho una certa affinità con la cucina e i suoi strumenti. Mi piace cucinare, per me o pochi altri, quando le persone diventano troppe mi stresso e non mi diverto. Ancora peggio se devo farlo per soldi o per il pane. Ma ci sono anche dei buoni momenti in ciò, dipende da molte cose: con chi lavori, la qualità del servizio, le aspettative del/i boss, i clienti, ecc..
Tornando alla cucina di casa… maremma cane, possibile che questi friggano a tutti i pasti, tutti i giorni, sempre?!
Riso (e fin qui sono d’accordo) e frittume. Non so cosa friggano, sono qui da pochi giorni, ma il diavolo porco, torni a casa e BAM!! Una manata di fritto solido ti devasta l’olfatto e la faccia. E la finestra la trovo sempre aperta, manco puoi dirgli di aprire la finestra, è già aperta, sempre…
Non mi permetto di dirgli di non friggere, ci mancherebbe. Ognuno si uccide come crede.
Magari uno pensa: vabbe’ è solo l’odore, ci si può abituare. Una bella segah.
A parte che non ti ci abitui all’odore.
E poi, non so da quando non puliscano, spero da molti anni, qualsiasi cosa in cucina è ricoperta da una patina di grasso. È quel tipo di grasso giallino, dove è sottile, sul giallone, ocra, dove è più spesso. Appiccica. Odora. È brutto e sembra una cosa male, molto male.
Per non parlare delle pentole.
Meno male che il rimedio c’è. Comprare pentole nuove, qualche accessorio, e poi agire le superfici e le cose che stanno in cucina con qualcosa di potente, tipo l’olio di gomito. Questo non unge.
Poi finalmente potrò cercare di offrire loro un sano, non grasso, che-fa-meno-male pasto. Se ci riuscirò, sarà soddisfazione.